Giovanni Allevi e Yiruma sono due compositori e pianisti che con la loro musica hanno cercato di avvicinare il grande pubblico allo strumento pianoforte.
Considerato spesso come strumento da associare esclusivamente alla musica cosiddetta “classica” purtroppo ritenuta erroneamente difficile per un brutto ma imperante pregiudizio, il pianoforte grazie anche allo stile compositivo di autori come Allevi e Yiruma gode di una rinnovata popolarità.
Ad ascoltare la musica di entrambi ci rendiamo immediatamente conto delle ragioni di tanto successo: una generale e gradevole orecchiabilità e una tensione all’espressione di sentimenti che, grazie alle strutture, alla forma interna delle composizioni, fanno sì che le loro melodie ci restino ben impresse nella mente e suscitino in noi un caleidoscopio di emozioni.
Sono numerose le affinità stilistiche che possiamo rilevare osservando le partiture di Allevi e di Yiruma e allora ci chiediamo: casualità, comune ispirazione, o uno ha copiato l’altro?
Insomma viene da chiedersi: viene prima l’uovo o la gallina?
Vi lascio a riflettere e vi invito ad ascoltare per trarre le vostre conclusioni.
Ascaltando i pezzi di yiruma (I) e quelli di Allevi (panic), si notano alcune differenze sostanziali, armonicamente i giri possono essere simili o addirittura uguali, ma in Allevi sono trattati in modi diversi a livello melodico e di tensione armonica, Allevi a mio modesto parere, sembra tenere in considerazione di più l’arrivo in punti di culmini melodici, e ritmicamente trova soluzioni piuttosto interessanti risperro a Yiruma.
Quanto ad un cambio tra i primi brani di Allevi e Back To life, non credo sia dovuto a Yiruma, anche perchè rimangono degli stilemi del primo Allevi.
Io credo che, a parte accademici e addetti ai lavori, la bellezza di una melodia e dentro ognuno di noi, nelle emozioni che sa generare, e credo che poco debba interessare chi ascolta e sogna se le note sono due e sempre le stesse o un milione.
Se poso intervenire, da discreto appassionato di "cose della musica" … posso accettare pienamete tutto quello che ho letto, il confronto tra gli artisti regge.. ma tra Allevi e Einaudi c'è un abiso…. Einaudi si è imposto nel panorama musicale 10 anni prima di Allevi, sperimentando come noto vari stili musicali dal jazz a quant'altro, ha composto dele musiche bellissime e certo non ha bisogno di copiare lo tile di Allevi, bravo indubbiamente ma abbastanza convinto di essere il migliore…. tuttavia non è raro che gli artisti si omaggino vicendevolmente con stili simili…. o che si creino dei modelli…. un tenore che tutti ricordano come un gigante Mario del Monaco dichiarava pubblicamente che avrebbe voluto cantare come DI Stefano… e io vorrei poter suonare la chitarra come Giovanni Baglioni….. i tasti di un pianoforte non hanno copyright….
buona sera a tutti
Ehm.. "Back to life" è in Do/La-, mentre "River flows in you" è in La/Fa#-……………..
Christian mi sa che hai ragione, ho scritto io la stessa cosa su youtube ancora prima di leggere qua! Io non sono esperto ma a pelle mi sembra proprio che ci siano diverse analogie tra le sonorità dei 2 compositori e mi è parso che Allevi copiasse un po' Yiruma!
"lo stile è come quello di Allevi "??? CHE???? Se proprio, ma se proprio lo devi dire, dici che Allevi ha lo stile come Yiruma…ma ya
volevo aggiungere,che per carità,yiruma non sarà il top dei pianisti,ma la sua musica è bella e fa sentire dentro di se qualcosa di strano,di diverso,di fantastico!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!comunque anche allevi non è male!!!!!!!!!!!!!!!1
Ha me piace da morire yiruma,soprattutto "River flows in you" "Kiss the rain" "It's your day" "Maybe"!!!!!!!!! Devo dirvi che ho conosciuto yiruma,perchè mia zia che è giapponese lo conosce molto bene,perchè ha origini sudcoreane e devo dire che è l'uomo più simpatico che ho conosciuto fino ad ora! mi piace un sacco!!!!!!! Io non me ne intendo molto di piano forte,dato che io sono all'ultimo anno di flauto traverso!
Sei un mito, complimenti.
egle eglissima
Sarò pragmatica. Premetto che non sono un musicologo, ma sono cresciuta a pane e musica. Cercare di definire e circoscrivere un fenomeno (vedi Allevi, Yruma, Flamini, Einaudi, Bilangieri, Stàlteri, Costantini ecc.ecc.) in una gabbia con un nome: classico, non classico, jazz e così via è estremamente riduttivo. Perchè una cosa bella non ce la viviamo con le nostre emozioni e basta? E se per qualcuno certa musica non è bella può sempre ascoltarne altra. Non è così?
bravi entrambi…….fantastici……….i brani ti fanno pensare !! Sono significativi cmq quelli di yirumaaaaa….
ciauuuu
La musica classica non può essere contemporanea, questo è la soluzione più logica di questa discussione.
Nemmeno la musica della del 900 come Stravinsky può essere considerata musica classica
Penso che il problema è che tanti vogliono “motivare” i loro gusti illudendosi di usare la logica (es: quella musica fa addormetare perché ci sono poche variazioni e molte ripetizioni) ma ci scordiamo che anche quella di avere tante ripetizioni e poche variazioni è una scelta, uno stile, un modo di comunicare qualcosa che tocca le corde emozionali ed intellettuali di certe persone ma non di altre e che però deve essere rispettato.
La musica minimale ha una sua ragione di esistere e si basa sull’idea che un background piatto e ripetitivo come una pianura faccia risaltare i cambiamenti lenti e sottotono che sembreranno quindi montagne. È una scelta artistica, un modo di sentire e concepire e così come qualcuno si affascina solo con le evoluzioni e le improvvisazioni del jazz, altri si affascinano solo con la ripetitività e i lenti cambiamenti della minimale ma penso sia assurdo cercare anche solo di trovare un qualche appiglio logico per poter oggettivamente dare un valore intrinseco superiore o inferiore ad uno o all’altro stile. Io non lo farei mai, non mi permetterei mai, nemmeno con le canzoni dello zecchino d’oro.
Prendersela comunque per una definizione di genere mi sembra inutile dato che lo stesso concetto di “genere” è assurdo e non esiste alcuna necessità ai fini dell’apprezzamento musicale, individuale e dominato dai gusti personali, di incastonare ogni pezzo o ogni compositore in un genere preciso prefissato.
Concludo dicendo anche che è assurdo parlare di nuovo Mozart. Non è che Allevi è più o meno indicato ad essere il nuovo Mozart, il punto è che nessun essere vivente che nascerà da qui all’eternità potrà mai essere il nuovo Mozart.
Quello che rende Mozart Mozart non è tanto il suo percorso, le sue capacità, la sua storia come se fosse replicabile trovando un altro compositore “genericamente” bravo. È il suo stile a rendere Mozart Mozart, il suo stile che è unico come lo sono state le sue impronte digitali, perché volenti o nolenti un essere umano che crea qualcosa ci mette sempre qualcosa di suo, qualcosa di unico e irripetibile… e questo vale anche per una Cristina D’Avena o un Robert Miles.
L’essere naturalmente “originali” trasformando a modo nostro informazioni percepite attraverso i filtri unici della propria esperienza e della propria mente, è una condizione umana universale. Non riusciamo a non essere non-originale. Fate fare un disegno di una casa con il prato e il sole a 20 bambini di 6 anni e ognuno, malgrado il tema sia sempre lo stesso, lo farà in maniera unica e ogni bambino che nascerà da qui all’eternità disegnerà quello stessa tema, usato all’infinito e cui esisteranno miliardi di esemplari, in maniera unica e originale.
Inoltre la musica ha finora seguito l’ambiente sociale e le sue evoluzioni e rivoluzioni. La musica classica non ritornerà mai più perché non ritornerà mai più quel background sociale che la ispirava.
E l’evoluzione che stiamo attraverso ora è quella dell’individualità e della diversificazione. Oggi abbiamo guadagnato una libertà d’espressione unica e abbiamo a nostra disposizione un’ampia scelta su ogni cosa.
E anche la musica sembra che stia seguendo questo principio: il compositore ha ereditato dal passato una valigia di strumenti piena di stili, soluzioni, strutture e la può usare liberamente creando quello che vuole.
E così anche chi ascolta, non si fossilizza più in un solo genere (o in uno status-quo basato sulla musica che dice di ascoltare, dato che al giorno d’oggi fare gli snob accademici che pensano di risultare più degni e distinti agli occhi della società coltivando un amore esclusivo per tutto quello pensano non essere accessibile ai “comuni”, risulta soltanto patetico e non “nobilitante” come poteva essere in un passato di ricca borghesia) ma spazia e rimane aperto ad ogni sonorità. Tantissimi oggi per parlare della musica che amano non elencano più dei generi, ma dei pezzi, ognuno di genere diverso.
E sempre più gruppi e musicisti presentano album dove ogni pezzo è di genere diverso, basta pensare ai Muse.
La musica risiede nel contenuto non nella struttura.
Creare musica solo di struttura e godere della complessità strutturale fine a se stessa può essere un’interessante stimolo intellettuale per gli addetti ai lavori, ma a livello di comunicazione di linguaggio musicale è qualcosa di vuoto.
Allo stesso modo il contenuto dei libri risiede nelle idee espresse; non nella carta o nei caratteri. Non importa se le parole che compongono un libro sono state usate miliardi di volte, se le stesse identiche frasi compaiono in milioni di libri, quello che conta è l’idea stessa che prende forma dal mezzo cartaceo. Quindi potrà anche essere intellettualmente stimolante creare una mostra di libri dalle copertine strane e fatte con materiale strano ma dalle pagine completamente bianche, purché si precisi che si è voluto giocare con le strutture, con i mezzi ma con la consapevolezza che in questo modo il contenuto (e quindi la ragione d’essere dei libri, così come della musica) è andato persa.
La struttura e il mezzo sono soltanto strumenti per dare forma all’idea, al contenuto che esiste su un piano immateriale. La struttura può essere semplicissima ma questo non toglie niente al contenuto. La struttura può essere complessissiva e cervellotica, ma senza contenuto vale meno di zero.
Eh Alessandro, vedi che queste sono sempre discussioni che prendono il volo, visto che se ne parla da parecchio e dopo le critiche di Uto Ughi riguardo il concerto di Natale al Senato ha ancora di più acceso le discussioni su forum e blog.
Concordo quasi totalmente con il primo post di Antonio.
Aggiungo che i pezzi di Yiruma che ho ascoltato sono monotematici e con sviluppi abbastanza minimalisti (che come osservato da Antonio ricordano più Einaudi che Allevi), nulla a che vedere con le composizioni di Allevi che hanno sempre almeno due temi (ad eccezione di Aria) ed i cui sviluppi sono molto più elaborati ed imprevedibili dei pezzi di Yiruma.
Sulla questione Classica contemporanea si o no, credo anch’io che pezzi come Piano Karate, Ossessione o Toccata in 10/16 e forse qualche altro, possano essere considerati pezzi di musica classica contemporanea.
Ciao a tutti e complimenti per il livello della discussione.
Ok abbiamo molte informazioni: Ricapitolando
1- La Loro non è “Musica Classica Contemporanea” ne tanto meno “Musica Classica”
2- Ognuno ha i suoi gusti musicali che vanno rispettati 🙂
3- La loro è una sorta di “Canzone con il pianoforte”, quindi è definibile quasi come Musica Leggera
4- La Musica è un modo di esprimere i sentimenti personale ed ognuno deve rispettare la musica altrui
Continuate voi l’elenco 😛
Purtroppo viviamo in un periodo dove tutto deve essere consumabile e consumabile rapidamente. Fra 5 anni probabilmente l’euforia Alleviana sarà soltanto un vecchio ricordo.
Si dovrebbe aver capito che io non provo altrettanta soddisfazione a suonare nè ascoltare Yiruma, Einaudi, Allevi e compagnia bella.
Per quale motivo?
Non lo dico per sentirmi “accademico”, ma dopo un pò il classico giro 1-5-6-4 di Einaudi… mi fa addormentare.
L’anno scorso sono stato ad un suo concerto a Gavorrano e… ad un certo punto metà della platea era a sbadigliare. Bella ed orecchiabile, sicuramente, ma le ripetizioni e la mancanza di ingegno secondo me dopo un pò si sentono.
Come denuncia Baricco nel suo libro dei “Barbari”, stiamo omogenizzando i nostri gusti e musicalmente parlando li stiamo livellando su un giro armonico, forse bello, ma ripetitivo e privo di originalità.
Avete dato un’occhiata a questo?
https://pianosolo.it/2009/06/02/scrivere-musica-pop-gli-accordi-del-successo/
Bene, e questo?
00:20
Vedete io apprezzo il secondo genere di musica, dove viene valorizzata la mente umana, il suo ingegno e la creatività. Se non vi intendete di Jazz, dovete sapere che dopo l’esposizione del tema, partono le improvvisazioni, dove niente è scritto, tutto è lasciato libero al momento (sebbene dietro ci sia una preparazione durata anni). Si è padroni di comunicare con le note, finalmente, senza dover rispettare un testo scritto. Potremmo paragonare la musica ad un linguaggio, che si forma piano piano e ci fa parlare, svincolandoci dal testo scritto.
Appoggio tutti i vostri punti di vista, aggiungendo (a malincuore) che Allevi sembra seguire una tattica di marketing quando si autoincensa come nuovo mozart o comunque come continuatore dell’evoluzione della musica cosiddetta classica.
Detto questo, ho ascoltato il brano di yiruma e concordo con il dubbio che Christian ha sollevato: il brano, di influsso nymaniano, potrebbe aver ispirato il nostro Giovanni, soprattutto nella struttura. Sicuramente non e’ il contrario, cioe’ il brano di Yiruma e’ meno elaborato di quello di Allevi, direi che Allevi e’ partito dalla radice di quello di Yruma e gli ha dato piu’ forza e vigore, concludendo poi con il ritornello e la coda finale trasposti di tonalita’ (mi pare che passi da MiM a SiM), cosa che il coreano non fa.
Ciaooooo!
Giustissimo! Allevi il nuovo mozart? pff! il suo nuovo Album per pianoforte e orchestra è scandaloso, l’avete mai sentito? ahahah ha voluto strafare troppo ed ha fatto cilecca. Comunque se notate all’ inizio del post ho messo “musica classica contemporanea” tra virgolette! 😉
è cosa verissima, ognuno di noi ha le proprie preferenze musicali, per fortuna!
io di allevi suono solo ” il bacio”, è l’unico suo pezzo che mi da’ molta emozione, cosi’ come mi da’ emozione yiruma e einaudi parlando di compositori non da “musica classica”, ma domandiamoci anche perche’ ci piacciono…
hanno sicuramente melodie romantiche, chi + chi meno, pero’ la cosa che ce le fa’ piacere di + è che sono abbastanza alla portata di tutti e dunque possiamo dopo qualche anno di studio affrontarle senza troppi problemi..
certi pezzi li studi anche in un ora (quelli + facili), altri in qualche giorno, ma finisco li’, perche’ appunto sono scritti senza troppe difficoltà
hai mai provato a studiare un notturno di chopin o uno studio di chopin? ci si sta’ sopra dei mesi, anche un anno per farlo venire fuori come si deve, ecco il perchè ci piacciono molto allevi yiruma einaudi e tanti altri..perche’ alla fine riusciamo a suonarli, che è la cosa + bella, perche’ suonandoli l’emozione è doppia!
detto questo abbiate pieta’ di me!
Tutti i + grandi intenditori e intellettuali di musica hanno attaccato allevi, e in effetti hanno ragione, è vero, lui suona la sua musica, ma farlo passare per il nuovo mozart è una bestemmia e come direttore d’orchestra non ne parliamo.
poi è ovvio a tanti piace, ed è giusto che chi lo gode suoni la sua musica.
Buonanotte!
E' la prima volta che leggo su questo Forum e devo dire che è apprezzabilissimo… Mi permetto di aggiungere un qualcosa forse ovvio o forse no: Allevi, Einaudi, ecc., a differenza di Mozart dietro hanno delle case discografiche… le case discografiche devono vendere… ed ecco che entra il marketing… e allora si spiegano giudizi che neanche gli stessi Allevi o Einaudi vorrebbero mai usare per autodefinirsi: nuovo Mozart, genio, ecc.
Se riusciamo ad elidere da qualsiasi definizione tutto ciò che non è legato alla moda e non è neppure un messaggio pubblicitario, allora probabilmente le definizioni ci possono trovare tutti concordi: Allevi ed Einaudi (un po' come Jean Michel Jarre nella musica elettronica negli anni '70) utilizzano con molta bravura e sensibilità artistica la semplicità e le linee pop (olari) nella propria musica. Non fanno musica classica. La definizione di "classica contemporanea" spesso viene usata per definire l'easy listening, che in realtà è quello che fanno (talvolta Einaudi fa anche sperimentale…)
Ciao a tutti
A parte il fatto che concordo con il post di Christian…
…a mio parere Yiruma, Allevi e Einaudi rientrano nella categoria “easy listening” ( di facile ascolto ) strumentale, comunque fatta molto bene…. sono molto piacevoli da ascoltare però se loro stessi ( vedi Allevi ) si collocano nella categoria Musica Classica sbagliano in partenza perchè la loro non è musica classica, è solo un problema di definizione. Se si dicesse che Allevi, Einaudi e Yiruma, a mio avviso ottimi pianisti e compositori, suonano “Musica Leggera per pianoforte” nessuno ( tipo i puristi della classica ) avrebbe problemi.
Detto tra di noi… loro sono i Richard Clayderman dei giorni nostri 😉
Oddio, dubito che Allevi abbia definito la sua musica come classica. Anche perchè la musica classica è quella composta durante il classicismo. Alcune persone non l'hanno ancora capito.. Chopin non è musica classica, per dire. E' romanticista.
Giuste le tue osservazioni Christian.
Allevi però per i miei gusti dovrebbe suonare più musica classica, includendo magari qualche notturno in un suo concerto o, perchè no, fare un concerto di sonate di Beethoven!! Correrei a sentirlo, guarda…
Al concerto a cui io ho assistito ha aperto con Wagner, Liszt e Chopin. E li ha suonati divinamente.
Per @Fabio@: Ciao Fabio, anche io penso che questi non sono nemmeno l’ unghia di grandi pianisti come… Benedetto Lupo, Michelangeli ecc… però c’è da dire che talvolta è molto più rilassante suonare un loro pezzo invece che qualche sonata di Beethoven! Io stimo tantissimo la musica classica (anzi suono per il 90% quella), ma non bisogna discriminare pezzi BELLI (un pezzo non è bello solo se presenta accordi strani di 13esima o 17esima, passaggi cromatici di sessantaduesimi, non è bello solo se contiene triple note per mano) la bellezza di un pezzo è data anche, soprattutto,e SOLO dalle emozioni che ti suscita. Perciò non prendetevi in giro da soli sentendo “River Flows in You” dite che non provate niente, è IMPOSSIBILE. (scommetto che se vi avessere detto che l’ aveva scritto Shubert a quest’ ora dicevate che era stupendo!).
Talvolta quello che è semplice è pure bello. Non dobbiamo essere invidiosi noi accademici, solo del fatto che noi ci facciamo un mazzo così per 10 anni, poi arriva il primo “picio” e diventa famosissimo perchè siamo in un Paese di “ignoranti”. Solo perchè c’è un’ immenso conservisimo non è detto che la musica non può essere rinnovata! Anzi era ora! Dobbiamo riconoscere che hanno avuto più fortuna, più agganci e basta. Allevi si è diplomato al conservatorio, sa a memoria tutto il Requiem di Mozart, suona la musica classica ma compone “la sua” musica. Se con questo fa successo, perchè declassarlo? Ognuno propone quello che vuole, se poi viene accettato, tanto di guadagnato! E’ un nostro collega, dovremmo essere felici e non inviodiosi!
Per concludere… non è bello ciò che è bello… ma è bello ciò che piace.
quotone!
Ti do perfettamente ragione…!! Io sono ancora al sesto anno al conservatorio e mi rilassa sia ascoltare che suonare le musica di Allevi…!!
Dobbiamo rivoluzionare la musica e lui c'è riuscito perfettamente…!!
Fabio hai ragione, vedo che sei un musicista accademico come me.
Il fatto è che loro sono uno stile tutto loro, piacevole o meno. E’ una sorta di canzone con il pianoforte che però non va scambiata con musica classica, assolutamente.
E se Allevi scrive musica per orchestra non vuol dire che è “come mozart” come direbbero i profani, ma significa solo che ha aggiunto la polifonia alle sue “canzoni”, tutto qui.
colossi della musica??????????? per favore smettiamola, non si possono sentire queste simili affermazioni in un sito che vuole essere un sito di pianoforte serio.
Parla con pianisti professionisti, parla con diplomati al conservatorio, parla con musicisti seri e prova a dire loro se allevi e yiruma sono colossi, sai cosa ti rispondono?????
è meglio che non te lo dica, anche perche’ se allevi bene o male è conosciuto, yiruma lo conoscono in ben pochi.
Poi non suonano musica classica contemporanea, allevi suona un qualcosa che assomiglia al jazz, yiruma suona musica minimalista tipo einaudi, solamente molto + complessa per quel che riguarda la mano sinistra.
mi dispiace essere stato cattivo in questo giudizio ma te lo sei meritato tutto!
Si è chiaro che i giri armonici sono quelli, e a volte sono anche uguali, è inevitabile proprio perchè non è musica classica. Se fosse stata classica sarebbe basata su canoni differenti e comunque non è sbagliata quest’affermazione sulla similitudine tra Allevi-Yiruma-Einaudi, ma bisogna riconoscere che sono stili molto diversi fra loro.
Ehi non diciamo blasfemie. Intano per incominciare è un pò troppo definire la loro musica “Classica Contemporanea”…in certi casi la si può definire cosi, ma in altri proprio no (come Piano Karate, Ossessione o Toccata in 10/16)
Per quanto riguarda Yiruma credo che la sua musica sia molto sognante e definirei lo stile di Yiruma più vicino a quello di Ludovico Einaudi piuttosto che a quello di Allevi, visto che allevi è più movimentato e regge degli stili un pò diversi.
Fatto stà però che allevi dal 1997 ha composto musiche, e Yiruma dal 2001 (giustamente) ma Einaudi da circa 10 anni prima di Allevi, quindi non ci scordiamo che il “padre fondatore” di tutto questo è stato proprio il nostro Einaudi con le colonne sonore de “Il dottor Zivago”.
Volevo anche precisare che dai primi due dischi di Allevi, i quali ritieni l’assoluta novità classica contemporanea alleviana, sono stati estratti dei pezzi che sono ancora i cavalli di battaglia di Giovanni Allevi, tra cui tengo a evidenziare “Il Nuotatore”, “Japan”, “Room 108”, “Monolocale 7.30”, “Luna” e “Le sole notizie che ho”. Penso che lo stile di “Back To Life” si veda gia dalle prime composizioni di Allevi e credo che quest’ultimo non ha avuto bisogno di ascoltare Yiruma per tirar fuori alcuni dei suoi capolavori…
Con questo ti saluto Chri
ciao
Ciao Antonio, su molti punti la penso proprio come te.
Volevo aggiungere che sebbene non conosca al tuo stesso livello i loro repertori, ho preso in analisi alcuni dei loro pezzi. Ho notato che tutti quanti giocavano sui classici giri armonici della musica pop, anche se ciascuno con uno stile melodico proprio.
a me piace di piu yiruma