Amici di Pianosolo, oggi ci dedicheremo a un capolavoro che non ha bisogno di presentazioni: il Valzer op. 64 n. 1 di Chopin, più affettuosamente noto come il “Valzer minuto”.
Questo brano, conosciuto e amato in tutto il mondo, rappresenta uno dei momenti più divertenti e brillanti della produzione chopiniana. Il soprannome “Valzer minuto” deriva dalla sua brevità e dalla sua capacità di evocare, nell’immaginario collettivo, un’atmosfera leggera e festosa.
In realtà, un’esecuzione da un minuto sarebbe troppo frettolosa e approssimativa. Il Valzer dura circa due minuti, ma ciò che lo caratterizza è proprio la sua struttura leggera e brillante, unita a un andamento gioioso e spensierato.
Un aneddoto interessante riguarda il soprannome “Le Petit Chien”, ovvero “Il cagnolino”, affibbiato al brano. Si narra che Chopin si sia ispirato al gioco del cagnolino di George Sand, che giocava con un gomitolo di lana, immaginando questo movimento circolare che si può percepire nella melodia.
Analizziamo la struttura del brano
Questo Valzer, come avrete modo di vedere nel video, richiede una certa competenza pianistica, per cui non mi soffermerò troppo sulla lettura delle note. Cercherò invece di illustrarvi le criticità che si possono incontrare in fase di lettura, di assemblaggio e di esecuzione, fornendovi qualche dritta su come rendere al meglio gli aspetti musicali del brano.
Il “Valzer del minuto” è diviso sostanzialmente in tre parti:
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Prima parte: (battute 1-52) In questa sezione, viene presentato il tema principale con un carattere brillante. La tonalità di impianto è Re bemolle maggiore, che richiede una buona padronanza dei tasti neri, in quanto troviamo ben cinque bemolle in chiave: Si, Mi, La, Re e Sol. Potrebbe essere utile, per facilitarne la lettura, pensare che tutte le note siano bemolle, tranne il Do e il Fa, salvo alterazioni momentanee.
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Seconda parte: (battute 53-88) In un clima più disteso, appare una melodia più calma e riflessiva.
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Terza parte: (battute 89-104) In questa sezione viene ripresa la prima idea musicale, concludendosi con una scala discendente di sicuro effetto.
Difficoltà e suggerimenti
1. Le prime quattro battute
Una delle prime grandi difficoltà si presenta nelle prime quattro battute introduttive, che possono risultare complesse da contare correttamente. Come un cagnolino che gioca con un gomitolo, girando e rigirando, si rischia di perdere il conto della quantità di “giri”.
Il mio primo consiglio è quello di tracciare una linea verticale all’inizio di ogni battuta nella parte introduttiva, per avere sempre chiaro quale sia il tempo numero uno, ovvero la pulsazione ritmica. Contare ad alta voce può essere di grande aiuto in questa fase.
2. Melodia della mano destra (battute 5-13)
Dalla battuta 5 in poi, la mano destra presenta una melodia che si ripete con un andamento circolare, per poi evolvere in una scala ascendente. Attenzione perché, sempre a partire dalla battuta 5, si ripresenta la questione della pulsazione ritmica. In particolare, il Sol cade sul battere la prima volta, mentre la seconda volta è il Do a cadere sul battere, e la terza volta nuovamente il Sol. Questo crea un ritmo irregolare che necessita di uno studio attento per essere eseguito correttamente.
Per affrontare questa sezione, è utile contare ad alta voce e assicurarsi di mantenere una scansione ritmica precisa. In aggiunta, come suggerimento pratico, può essere utile tracciare delle linee verticali all’inizio di ogni battuta per avere sempre chiaro il tempo forte, ovvero la pulsazione ritmica. Questo aiuterà a mantenere il controllo sul ritmo e a evitare di perdere il conto durante l’esecuzione della melodia circolare e delle sue ripetizioni.
3. Abbellimenti
Un altro elemento su cui focalizzare l’attenzione sono gli abbellimenti presenti nella melodia della mano destra.
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Battuta 10: troviamo un mordente, che può essere eseguito sia come tale sia come un’acciaccatura. Gli abbellimenti in Chopin vanno eseguiti in levare. Qui, bisogna fare attenzione ad alcuni piccoli spostamenti e incastri ritmici tra sinistra e destra, in particolare nell’esecuzione del mordente.
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Battuta 12: un altro mordente, più complesso perché è seguito da altre note. In questo caso, il mordente può essere risolto saltando la nota prima della nota reale.
4. Battuta 21-29
Dalla battuta 21, è importante prestare attenzione alla scansione del tempo nella mano destra, che prevede una terzina (1, 2 e 3). Per rendere bene l’idea della terzina, è utile appoggiare leggermente la prima nota e poi proseguire con fluidità. Anche nella battuta 23 troviamo una terzina, e lo stesso schema si ripete alla battuta 29.
Vorrei portare l’attenzione su un dettaglio della battuta 29. A differenza della battuta 21, qui la mano sinistra presenta una nota lunga (una semibreve) nel basso, in chiave di violino, che inizia con un La. Questo La deve essere mantenuto per tutta la durata dei tre tempi mentre le altre due note della mano destra vengono suonate.
Nella battuta successiva (battuta 30), si può osservare una progressione melodica con un Si seguito da un Do, quindi La, Si, Do, Re. Questo crea una sottomelodia, o almeno un elemento da evidenziare. Può essere difficile eseguirlo legato, ma l’importante è l’intenzione di mantenere una connessione fluida tra il Si e il Do. Non è necessario staccare, ma bisogna evitare di essere troppo pesanti, mantenendo invece una linea melodica chiara nell’orecchio.
A partire dalla battuta 29, quindi, il pezzo assume un colore leggermente diverso, con un’attenzione particolare a questo dettaglio. Questo è un aspetto significativo su cui mi piace focalizzare l’attenzione.
6. Utilizzo del pedale
Infine, una parola sull’utilizzo del pedale, un aspetto importantissimo per l’esecuzione di questo brano. Come potrete vedere nel video, non è possibile avere una pedalizzazione standard uguale per tutto il pezzo, ma ecco alcuni suggerimenti per le prime due sezioni:
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Prima parte: Suggerisco di utilizzare un pedale per ogni battuta, quindi premere il pedale sul primo tempo e rilasciarlo in corrispondenza del secondo tempo.
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Seconda parte: A partire dalla battuta 53, si può utilizzare una pedalizzazione un po’ più lunga, tenendo premuto il pedale per due o tre tempi e poi rilasciandolo.
Per quanto riguarda il trillo, consiglio di utilizzare un pedale lungo, da rilasciare in prossimità della battuta 89, similmente a quanto fatto all’inizio. Da lì in poi, si riprende fino alla fine, dove, in prossimità della scala finale, il pedale dovrebbe essere utilizzato sui primi due tempi.
Spartito
Scarica lo spartito del Valzer Minuto op.64 n.1 qua
Conclusione
Spero che questi consigli, basati sulla mia esperienza e mostrati nel video allegato a questo articolo, vi siano utili nell’affrontare lo studio di questo bellissimo Valzer.
Non esitate a contattarmi se avete dubbi o domande. Ricordate: la cosa importante è divertirsi e cercare di esprimere al meglio le emozioni che questo capolavoro di Chopin sa suscitare.
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Sono interessato ad avee un contatto con Lui.
Mi va bene sia il cellulare che la e-mail.
Confido nella Sua pazienza e disponibilità.
Cordialemnte
Luciano Dozzi
335 560 4950
[email protected]
Buongiorno, la ringrazio davvero tanto. Mi può scrivere qua: [email protected]
un caro saluto